Vademecum Pipe

 

 

Scelta della pipa

 

La scelta di una pipa non è solo una questione di costo, di qualità, di fattura, di venatura, di finissaggio o di forma; la forma della pipa deve avvicinarsi al volto del fumatore ed essere adatta alla sua fisionomia e stile e personalità,  per questo consigliamo in tutta franchezza di non lasciarsi influenzare da format prestabiliti e consigli cercati in rete ma  di ” acquistare la pipa che più vi piace!

Questo oggetto deve aiutare a risolvere i problemi e non a crearne di nuovi… Esistono poi dei criteri e regole che ci permettono di poter comperare una buona pipa di qualità è importante quindi mettersi nelle mani di un esperto e affidabile negoziante che vi guidi con pazienza nel mondo della radica.

 

Il buon funzionamento

 

Questo argomento è un aspetto su cui bisogna prestare fondamentale attenzione. Per assicurarsi un buon funzionamento della pipa per primo bisogna esaminare con attenzione l’interno del fornello e appurare che il foro di aspirazione del cannello si presenti assiale al bocchino e che si trovi assolutamente sul fondo per evitare bruciature laterali del fornello e rotture improvvise della radica.

In secondo luogo lo stesso controllo di perfetto foraggio assiale deve avvenire dalla parte di intersezione tra bocchino e cannello verificando che sia permesso il passaggio regolare di uno scovolino per la pulizia e diminuire la possibilità di formazione di acquerugiola.

Per ultimo controllare che l’innesto bocchino/cannello sia regolare e ben saldo a questo punto una volta superati questi esami la pipa non dovrebbe dare delusioni.

 

Dritta o curva?  

 

Due parole ancora su : “Dritta” o “Curva”?

Molti fumatori, in particolare i principianti, sono infastiditi durante la fumata da un fenomeno, dovuto principalmente al cambio della temperatura che il fumo assume entrando nel cannello e (per imperfezioni di foratura) passando nel bocchino, che è la cosiddetta “acquerugiola” : cioè una condensazione minuta che si trasforma, per coesione in piccole goccioline. Non è questa la sede più opportuna per illustrare come si può ovviare all’inconveniente, tuttavia è necessario dire che questo fenomeno si avverte maggiormente nelle pipe curve piuttosto che in quelle dritte, motivo per cui, riguardo l’interrogativo, consigliamo, per lo meno al principiante una pipa dritta. L’esperto non avrà invece problemi per ovviare all’inconveniente. Quanto detto è più che sufficiente per affrontare, prima della scelta della pipa, il fuoco di file delle argomentazioni del negoziante..

 

Dritta | Straight

Semicurva | Half-Bent

Curva | Bent

 

Prima fumata: il rodaggio

 

Le pipe nuove nella maggior parte dei casi hanno le pareti interne del fornello naturali, ossia senza alcun trattamento (strato di sostanza scura carbonica che pre-sostituisce la crosta) questo sarebbe sempre meglio auspicabile per vedere come si presenta la radica all’interno . Viene definita “crosta” lo strato che serve ad isolare la radica da eventuali bruciature ed evitare in tal modo di rovinare irrimediabilmente la pipa.

Il modo corretto per iniziare una bella pipa chiede una ventina di fumate di rodaggio e secondo le esperienze dei fumatori, la crosta avrebbe un ruolo fondamentale per far rodare la pipa eliminando quel gusto aspro tipico della radica vergine ricca in genere di tannini.
In altre parole, nelle pipe di radica la crosta sembra affinare e arrotondare il gusto del fumo; durante questa fase le fibre del legno assorbono e trattengono le sostanze del tabacco acquisendo un sapore originario che accompagna, “colora”, definisce e in alcuni casi esalta quello effettivo del fumo prodotto durante la combustione. Questo aspetto lo si nota soprattutto quando si fumano tabacchi che, in genere, hanno un gusto poco intenso, tant’è vero che in pipe di porcellana o di schiuma passano piuttosto inosservati. Partendo da questa prospettiva, si evince che il rodaggio debba avvenire con certi criteri che prevedano anche un’attenzione al tipo di tabacco da usare per il battesimo della pipa in modo che quest’ultima maturi soddisfacentemente e abbia una crosta con un gusto netto. Ma di questo parleremo in seguito.

Passando alla effettiva esecuzione del rodaggio , la fase iniziale diventa nevralgica nel momento in cui occorre che una pipa nuova si abitui al calore che è legato anche alla quantità di tabacco bruciato. Per questo motivo le regole del rodaggio classico prevedono che per le prime 4/5 fumate il fornello venga caricato solo per metà fino a riempirlo gradualmente durante le fumate successive.
Questa tecnica si rivolge soprattutto al neofita perché gli permette di controllare la fumata senza surriscaldare il fornello, concedendogli il tempo di apprendere una tecnica che lo renda in seguito più disinvolto.

Altri fumatori più esperti gradiscono invece un rodaggio “pieno” che implica una concezione e una tecnica del rodaggio opposte a quelle descritte in precedenza. Esso consiste, infatti, nel riempire completamente da subito la pipa nuova fumandola per un numero di volte al giorno che varia in base alle abitudini del fumatore. In tal modo il maggior calore che si sviluppa apre i pori della radica permettendole di traspirare di più e favorendo in tal modo l’assorbimento delle sostanze aromatiche del tabacco che determinano, come abbiamo detto, la “maturazione” della pipa.

 

Uso del tabacco per il rodaggio

Un aspetto da sottolineare è che durante la fase di rodaggio si suggerisce di non cambiare tabacco o quantomeno di mantenersi sulla stessa tipologia per evitare che la pipa ottenga un sapore troppo piatto e poco definito.

Ma quale è il tabacco da usare per il rodaggio? C’è un tabacco più adatto degli altri per questa fase? In questo caso non c’è una risposta oggettiva e valida per tutti; ci limitiamo a indagare i comportamenti dei fumatori e cercare di ricavarne delle motivazioni ragionevoli. Rodaggio con trinciato naturale e versatilità della pipa.

Alcuni consigliano tabacchi naturali a base di Kentucky come il nostro Comune che è un trinciato ricco di corpo ma dal gusto piuttosto neutro che non compromette quello dei tabacchi successivi e che conferisce alla pipa un sapore preliminare che la prepara a definire e a svelare al meglio le sfumature di gusto delle varie miscele.

Da un punto di vista esclusivamente funzionale, questo trinciato si presenta piuttosto secco con un taglio medio perfettamente in linea con le trinciature classiche. Questa secchezza gli consente di bruciare molto in fretta e formare subito la crosta perché favorisce immediatamente la caramellizzazione degli zuccheri visto che ha pochissima umidità. Ovviamente, come per tanti altri aspetti che riguardano il fumo della pipa, l’utilizzo di un trinciato naturale per il rodaggio non è una regola fissa o un passaggio obbligato ma solo un suggerimento dettato da riscontri effettivi in molti fumatori. Partendo dal punto di vista del neofita che ha la tendenza a sperimentare continuamente, possiamo interpretare il rodaggio come un modo per rendere la pipa versatile con tabacchi differenti; in virtù di questo ci pare opportuno metterla nelle condizioni di farlo adottando degli accorgimenti.

Infatti bisogna tener conto che, almeno secondo una certa letteratura, una crosta prodotta dalla combustione di un trinciato naturale, in quanto non particolarmente ricco di essenze fruttate, porta la pipa ad essere più recettiva alle più svariate tipologie di trinciati e miscele che il mercato offre.

Facendo eco ai suoi sostenitori, possiamo affermare che il rodaggio eseguito con questi trinciati è in grado di svelare le caratteristiche peculiari di una pipa e a farne emergere pregi e difetti; altri tabacchi non lo consentono perché magari sono troppo invasivi o troppo zuccherini e impediscono alla radica di manifestarsi nel suo sapore.

 

Come si fuma la pipa

 

Caricamento del fornello

Per godersi una buona fumata è determinante il modo con cui si carica il fornello, questa operazione richiede una certa attenzione per le prime volte , in seguito diventerà un rituale meccanico.

Occorre Innanzitutto scegliere un tabacco che risulti mediamente umido al tatto e sminuzzarlo fino ad avere un insieme omogeneo di filamenti non più lunghi di un centimetro ed eliminare gli scarti come costole e parti legnose poiché bruceranno male.

Se il tabacco è troppo umido si può anche lasciarlo asciugare una mezz’ora su un foglio di carta facendolo ossigenare bene.

Si può procedere ora a riempire il fornello con il tabacco. Tenendo presente che un buon caricamento è direttamente proporzionale ad una buona fumata di conseguenza una pipa caricata male potrebbe compromettere la combustione del tabacco spegnendosi spesso.

È preferibile il caricamento in tre fasi:

 

FASE I

In primo appoggiare un lieve strato in fondo al fornello senza pigiare.

FASE II

segue un secondo strato accompagnato da una leggera pressione assestando uniformemente il tabacco sulla parete esterna in modo da creare una stratificazione omogenea e continua senza che si presentino le sacche d’aria causa di spegnimento.

 

FASE III

La terza parte continua con un riempimento completo del fornello è una leggera ma decisa pressione unita ad una morigerata vibratura esterna del fornello e riempirlo fino all’orlo. Per testare un buon caricamento bisogna mettere la pipa in bocca per fare qualche tirata a crudo dove sentire una leggera resistenza è sintomo di una corretta operazione al contrario se il tiraggio è troppo libero significa che la pressione è stata troppo leggera Mentre se il tiraggio è troppo chiuso la pressione è stata troppo intensa e in ambedue i casi bisogna procedere a svuotare la pipa e ripetere il procedimento. Si consiglia prima dell’accensione di prendere pratica ripetendo quest’operazione più volte.

 

Accensione

Anche questa operazione è importante perché insieme al caricamento assicura continuità e gusto alla fumata, l’accensione va eseguita con attenzione specialmente le prime volte perché non si produca il continuo spegnimento della pipa inconveniente che scoraggia più di ogni altro il neofita.

Dato certo che il caricamento è stato effettuato in modo corretto l’accensione non dovrebbe presentare ostacoli.

Innanzitutto per effettuarla si consiglia l’uso di fiammiferi in legno o accendino con fiamma verticale per pipa.

Un consiglio è cercare di evitare fiammiferi in plastica o cera e soprattutto accenditori a benzina per evitare di compromettere il gusto del meraviglioso tabacco.

Avvicinare dunque la fiamma al fornello iniziando dalla parte periferica per passare poi a quella centrale affinché l’intera superficie del tabacco sia coperta dalla fiamma in maniera da consentire una combustione omogenea è un facile scambio di ossigeno.

La pipa ora va tenuta saldamente in bocca accompagnata da alcuni decisi “puff” vedendo formarsi uniformemente la combustione dello strato superiore di tabacco.

 

La fumata, tenere la combustione

All’accensione effettuata correttamente deve seguire una buona combustione della fumata, si può già iniziare con una prima delicata pressione alla superficie accesa per ridurre il tabacco gonfiato trasformatosi in brace pareggiando intorno e contemporaneamente tirando con piccole boccate fino a stabilire un’omogeneità superficiale ; man mano con tirate tranquille, ritmate godetevi i piaceri della vostra nuova compagnia, ricordandoci che il fumo della pipa come per il sigaro non si manda giù , lo si assapora tra il palato e il naso cercando di percepire il gusto e le note armoniose dei vari blend.

 

La pulizia

Quando la fumata volge al termine, la brace interessa ormai il fondo del fornello e rischia di ristagnare non avendo più il tabacco sottostante da bruciare.

Ci troviamo quindi verso la fine della fumata, situazione in cui viene trasmessa al fumatore una sensazione di fumo più caldo dal sapore acido e pungente, unito ad un sentore sgradevole di attaccaticcio e amaro.

A questo punto si deve svuotare immediatamente la pipa per evitare anche di surriscaldare ulteriormente la radica e provocare danni o crepe.

Si passa ora allo svuotamento del fornello precisando che quest’ultima operazione se viene effettuata con attenzione garantisce un futuro di buone fumate.

È necessario svuotare il fornello della pipa dalla cenere con attenzione battendo la su un palmo della mano o sul sughero del battipipa per eliminare completamente qualsiasi residuo carbonioso rimasto nel fornello.

Si può usare anche il curapipe usandolo con delicatezza per eliminare cenere e residui di tabacco. È importante rispettare la radica evitando di batterla contro superfici dure e rigide neppure contro il tacco della Scarpa.

Quando la pipa è fredda si sfila il bocchino e si introduce nel cannello uno scovolino per pulire ed eliminare eventuali intrusioni e possibili residui di catrame completando il tutto con una bella soffiata per togliere anche i pelucchi dello stesso.

Ripetere la stessa operazione anche per la parte del bocchino pulendone il condotto e asciugandone l’interno, quando anche lo spinotto che entra nel cannello è ben netto la pipa è pronta per un giusto riposo!

 

 

Forme pipe

 

Dritta o curva ? è il quesito che si pone il neofita nell’approccio dell’acquisto della prima pipa .

Nel mezzo delle due forme basilari sono state create nei secoli moltissimi shape , alcuni entrati a far parte nella classificazione delle forme principali, alcune etichettate come “freehand” o forma libera, dei noti mastri italiani o famosi artigiani danesi che hanno fatto scuola nel mercato della pipa.

Billiard inglese o Bent curva la pipa è un accessorio che per molti segue e delinea le curve del volto in antitesi alle geometrie lineari o alle sculture dei ciocchi di radica artistici ; cerchiamo ora di fare luce in questo paragrafo alle forme principali in commercio.

 

AUTHOR


L’ Author, sorella  più grande della forma Prince, l’Author presenta la stessa forma appiattita della boccetta, ma è un po ‘più grande, Il fornello pesante dell’author si trova all’estremità di uno stinco massiccio che ha quasi sempre una piega da 1/8 a 1/4. Le sue spesse pareti aiutano a mantenere la fornello ben caldo e garantiscono  una presa confortevole.
L’Author è solitamente preferibile in finitura  liscia e si presta molto bene con un colore più chiaro o anche con una finitura naturale.
L’origine del nome Author deriva probabilmente dalla facilità e dal comfort con cui può essere serrato tra i denti.

BOCCETTA | APPLE

 

La Apple: è ancora simile alla billiard, ma ne differisce per il profilo del fornello più panciuto, anche se la camera di combustione si mantiene praticamente uguale. Non ha particolari controindicazioni, ma non è così “inglese” come la billiard. Nella versione col bocchino a sella è ritenuta adatta alle persone sportive.

CLASSICA CURVA | BENT BILLIARD


La Bent Billiard : è la più comune tra le pipe curve, ed è la prima che ci si compra. Ha lo stesso fornello della billiard, ma un ottimo bilanciamento, a motivo del suo baricentro molto più basso dell’estremità del bocchino, il che fa si che la si tenga volentieri in bocca; la sua linea invoglia ad una comoda poltrona e a un libro:dà un’immagine di calda intimità domestica. Concede un fumo relativamente fresco. La facilità con la quale la si tiene in bocca porta al formarsi di una certa quantità di acquerugiola. Adatta alle escursioni montane e agli amanti della pesca, la si vede bene in bocca a persone mature o anziane. Per la sua predisposizione all’acquerugiola è sconsigliabile al principiante.

CLASSICA DRITTA | BILLIARD


La Billiard : è la pipa per antonomasia, quella che, già da bambini, si disegnava in bocca al pupazzo; è la pipa più diffusa ed è, pensiamo di poter affermare, la prima pipa che si pensa di acquistare. È, soprattutto, la più consigliabile per il principiante, perché è la più facile da usare e perché, essendo dritta, dà meno acquerugiola. La sua linea, poi, la rende adatta ad ogni situazione ed a qualsiasi ora del giorno; occupa, inoltre, poco posto in tasca.

BRANDY


La  Brandy :  è oggi una delle forme di pipe più popolari al mondo, ed è facile capire il perché. Con linee fluide e proporzioni eleganti, la Brandy è stata esteticamente affinata  nel corso di molti decenni per assomigliare al suo omonimo, il bicchiere di brandy   larga e panciuta , che accoglie il tabacco restituendo una fumata comoda, da poltrona e camino. Mentre la forma del fornello  può variare considerevolmente, i Brandys sono riconoscibili per la loro base ampia e arrotondata, che si assottiglia man mano dal cannello al bocchino.
Le  brandy fatti a mano in genere mostrano una base ancora più voluttuosa di forma importante e dal peso deciso.

CANADESE | CANADIAN


La Canadian : pipa elegantissima che ricorda un po’ la lovat, ma con il cannello ancora più lungo ed a sezione ovale. Come lunghezza è all’incirca pari alla billiard e, per questo motivo, concede un fumo fresco ma, sempre in ragione di ciò, necessita di una maggior cura riguardo alla pulizia del cannello nel quale, più che in ogni altra, è facile l’accumularsi delle sostanze catramose. La sua forma particolarmente slanciata la abbina spesso a persone giovani o sportive. Data la lunghezza e la maggior fragilità (causa della sezione ridotta del cannello), non è consigliabile portarla in tasca in viaggio, ma sarà senz’altro meglio, in tal caso, riporla in un apposito borsello. Non è consigliabile ad un principiante per la cura particolare nella pulizia. Da ultimo, nel fumarla si avverte di meno, rispetto alle altre, il fenomeno dell’acquerugiola.

CHERRYWOOD


La Cherrywood :  è una delle poche forme che è sempre una “stand”, con un fondo piatto,  tecnicamente è un sottotipo della forma di Poker ; nel corso degli anni i produttori di pipe hanno forzato la sua evoluzione dalla sua prima apparizione, che pur mantenendo alcune somiglianze visive con il suo genitore la Poker, è una shape  elegante dalla spiccata personalità.

La Cherrywood è una pipa  dalle pareti spesse, e dimensioni generose adatta il più delle volte, al connubio che la rende una pipa  meravigliosa da fumare e da poggiare mentre si gusta un buon drink, leggendo un giornale o altre attività simili che occupare l’uso delle proprie mani.

CORNETTA / WOODSTOCK


La Woodstock : pipa dalla forma originale, slanciata ed elegante, è adatta alle persone sportive, ai cacciatori e a hi pratica l’equitazione. Ha solo l’inconveniente di presentare qualche difficoltà nell’accensione per l’inclinazione in avanti del fornello che, tra l’altro, rassomiglia alla dublin. Anche il controllo della conduzione della fumata risulta, a motivo di ciò, meno semplice. È senz’altro più adatta ai giovani che alle persone mature, a meno che non si tratti di sportivi.

DUBLINO | DUBLIN


La Dublin : è una pipa dalla linea decisamente elegante e slanciata, anche per la leggera inclinazione in avanti del fornello e per la svasatura verso l’alto. Differisce dalle precedenti per la sezione interna del fornello a tronco di cono rovesciato. Per tale motivo, tende a surriscaldarsi nella fumata, a concedere un fumo più caldo e a dare più acquerugiola. Questi fattori negativi devono preoccupare, però, solo un principiante, al quale infatti si sconsiglia; la bellezza della linea, e la sua leggerezza la fanno accettare nonostante questi piccoli fastidi, che l’esperto considera di poco conto. Come si è detto, non è adatta al neofita che, oltretutto, rischierebbe di bruciarla.

GALLES | PRINCE


La Prince: è una “quarter bent”, cioè un quarto curva: pare che il suo nome derivi dal fatto che fosse la preferita del principe di Galles, fratello di Giorgio VI, che rinunciò al trono per sposare l’americana Wally Simpon, rimanendo Duca di Winsdor. Ha una linea sportiva molto slanciata ed è molto leggera. Il suo fornello, che rassomiglia un po’ alla apple ma è più basso ha, di conseguenza, una capacità inferiore alle precedenti e da un fumo fresco anche in funzione della sua lunghezza. Ha il solo inconveniente di concedere una fumata breve. Consigliabile ai giovani quando sono alle prime fumate, a chi passa dalle sigarette alla pipa e agli sportivi.

LIVERPOOL


La  Liverpool:  fa in  realtà parte della famiglia delle pipe canadese.  Ciò che distingue la Liverpool dalle altre pipe della famiglia canadese è che la Liverpool ha un cannello rotondo con un bocchino  pieno arrotondato, che lo rende forse il più convenzionale del gruppo. Come le altre tipologie della famiglia di pipe canadesi , la lunghezza del cannello dovrebbe essere circa il doppio dell’altezza del suo fornello di forma biliard.

LOVAT


La Lovat : è simile alla billiard, della quale potrebbe definirsi una variante, differendone unicamente per il cannello più lungo e. di conseguenza, per il bocchino più corto ed a sella : in genere è leggermente più corta della prima e se, a motivo di ciò, da un fumo leggermente più caldo, guadagna però in bilanciamento, si tiene cioè più comodamente in bocca.

LUMBERMAN


Il termine “Lumberman” evoca immagini di uomini nerboruti in camicie di flanella che trasportano tronchi tagliati di fresco attraverso foreste di conifere, eppure la pipa di Lumberman sembra contraddire in modo improbabile questo immaginario. The Lumberman è l’ultima variante della famiglia di pipe canadese , un sottotipo della forma  biliard.

Ciò che distingue la  Lumberman dalle altre pipe  della famiglia canadese è   il cannello ovale con un bocchino sellato, come per gli altri membri della famiglia canadese, un cannello sottile e lungo abbellisce il fornello  portandolo a circa due volte la lunghezza dell’altezza dello stesso.

OOM PAUL


La Oom Paul: non attribuisce la propria unicità solo per la strana forma , ma piuttosto all’unione di varie forme e dimensioni.

Il fornello  di una  Oom Paul ha la forma di una grande biliard con una capienza di tabacco di dimensioni generose.
Le Oom Pauls sono sempre completamente curve , hanno un cannello  dello stesso diametro del fornello  e sono spesso Stand up.
Certamente uno dei nomi di forma più interessanti e bizzarri ci narra probabilmente una affascinate storia. Stephanus Johannes Paulus Kruger, meglio noto come Paul Kruger è affettuosamente conosciuto come lo zio Paul (in africano” Oom Paul”) è stato Presidente della Repubblica Sudafricana, lo zio Paul era spesso visto in pubblico e veniva  fotografato con la sua pipa preferita, un ungherese, che gli  scendeva in modo vistoso  dalla bocca.

OVALINA | OVAL


La Oval : è delle capostipiti, quella meno diffusa, e ciò proprio a motivo della sezione del fornello che, se la farebbe preferire specialmente per strada o in viaggio grazie al suo minimo ingombro, per contro la rende poco accettata a tutti per la difficoltà di accensione e la conduzione della fumata : infatti, la brace ha una costante tendenza a radunarsi al centro, lasciando incombusto il tabacco là dove la curvatura della parete del fornello è più accentuata. Di conseguenza diventa difficoltoso il controllo progressivo della fumata per questa continua tendenza della brace a radunarsi nel centro del fornello. La sua linea, tuttavia, è piacevole, e così qualcuno ogni tanto se ne incapriccia. È inutile dire che al principiante è concesso solo di guardarla.

PANEL


Le pipe  indicate come “panel” derivano la loro originalità non da una forma specifica, di per sé, ma da una distinta proprietà estetica, vale a dire i pannelli piatti sui loro fornelli.  Molte pipe possono essere realizzati con pannelli, tra cui biliardi, dublins, brandy,  e altro ancora. 
I pannelli sul fornello  devono essere anche in numero predefinito  e posizionati simmetricamente, anche se esistono pipe a pannelli con sei o otto lati che possono avere pannelli di larghezza variabile. Questo aiuta a differenziare una pipa panel  da un Freehand, che può avere uno o più pannelli posizionati a qualsiasi intervallo desiderato. La panel billiard originalmente  era una billiard con quattro pareti e cannello tondo, con un cannello  quadrato viene anche definita Foursquare.

POT


La Pot : anche per la pot sussiste analogia di forma con la billiard, dalla quale differisce per il fornello, che ha un diametro maggiore ed è, in genere, più basso. Diciamo subito che è una pipa da consigliare solo a chi ha già una certa esperienza, perché fumarla comporta in primo luogo l’aspirazione di un fumo più caldo, che ad un principiante irriterebbe la lingua alle prime boccate, e secondariamente una maggiore difficoltà nell’accensione. Questi due fattori, che possono essere considerati negativi solo da un principiante o da chi è passato dalla sigarette alla pipa, derivano unicamente dalla grande sezione del fornello : a parità di aspirazione, giunge in bocca, attraverso lo stesso foro di cannello, una quantità maggiore di fumo che vi si comprime, per così dire, mantenendo in tal modo un’alta temperatura. Per tale motivo è consigliabile fumarla all’aperto, assommando ad ogni boccata un’aria più fresca e non quella a temperatura maggiore di un ambiente chiuso. Un’attenzione particolare va poi usata nella conduzione della fumata : infatti, per la larghezza della superficie della brace, può avvenire che, aspirando violentemente, questa passi sotto, radunandosi al centro e lasciando incombusto il tabacco contro la parete, favorendo così lo spegnimento della pipa. Se ne consiglia l’uso nelle passeggiate.

POKER


La Poker: Nominata per la sua capacità di sedersi costantemente sul tavolo da poker mentre si mescola e si gioca, la Poker è una stand up evoluzione della Billiard. Il cannello  rotondo esce appena sotto il fondo del fornello tondo ed è allungato con un semplice bocchino sellato.

QUADRA CURVA | RHODESIAN


La Rhodesian : è la curva dalla linea più sportiva, ha molte affinità con la bulldog, dalla quale si differenzia per aver il fornello più schiacciato. Ben bilanciata, la si vede bene in bocca a chi pratica escursioni in montagna, allo sportivo ed a chi ama la lettura. Poco adatta ai principianti.

QUADRA | BULLDOG


La Bulldog : è una pipa dalla linea simpaticissima, decisamente sportiva e giovanile. Il suo profilo si stacca decisamente dalla linea tradizionale delle precedenti : l’unica analogia conservata è la sezione interna del fornello, rimasta praticamente invariata. Si tiene bene in bocca per la sua lunghezza ridotta rispetto alla billiard, e questo le fa perdonare il fumo leggermente più caldo rispetto a quella. La manutenzione è molto facile. È indicata per una persona giovane o sportiva, che pratichi in particolare il golf ed il tennis.

UOVO | EGG


L’ uovo : rimane semplicemente una shape storico sempre più raro da trovare a causa della difficoltà di combustione che comporta il fornello ovalizzato.
Questa pipa di modeste dimensioni aveva il vantaggio di essere facilmente messa nel taschino della giacca. Sta di fatto che rimane nella tradizione classica delle forme base.

Forme e canne

 

Il Cannello, in inglese stem (americano: shank), in francese tige è la continuazione del fornello verso il bocchino , una parte della pipa molto importante e delicata. È in genere di radica, cioè dello stesso legno della testa, ma può essere di bambù o di altri legni e, in alcune pipe, di metallo.

Nelle numerose pipe in circolazione si possono trovare cannelli di sezione rotonda, ovale, quadrata, triangolare o di varie combinazioni di queste forme tra loro , basilare è l’ armonia plasmata con il modello di pipa, La stessa armonia è richiesta per la lunghezza nelle proporzioni , in rapporto con il fornello. La congiunzione con il bocchino può essere a battuta, e allora ci si deve assicurare che ci sia perfetta aderenza e continuità fra le due parti. Per quanto riguarda l’interno, il cannello deve essere forato perfettamente , questo è il compito principale dell’artigiano. Il diametro del condotto di norma misura 3mm , come quello del bocchino e il lavoro di foratura deve dare un allineamento preciso tra il foro del bocchino e il foro di uscita all’esatto livello del fondo del fornello. Nella parte terminale l’interno del cannello si allarga per ospitare la spina o perno del bocchino, ovviamente, solo nei casi di innesto a battuta. In questa zona le sue pareti si fanno così più sottili e non è raro che una qualsiasi forzatura sul punto di congiunzione possa provocare una crepa nel legno, inconveniente al quale si può rimediare con l’applicazione di una vera metallica. Questo alloggiamento del perno lo deve accogliere possibilmente in battuta perfetta in caso contrario resta una specie di camera in cui il fumo si espande con effetto di brusco raffreddamento e quindi formazione di condensa. Non tutti però sono d’accordo sulla tenuta stagna e c’è chi preferisce che il perno del bocchino non occupi totalmente l’alloggiamento. Questa zona interna del cannello è comunque soggetta a sporcarsi più facilmente e quindi va pulita con frequenza, servendosi del curapipe e dello scovolino.

 

Forme bocchino

 

La funzione del Bocchino è di condurre il fumo dal cannello alla bocca e permettere ai denti di sostenere la pipa; lo scopo estetico è di completare geometricamente e armoniosamente la linea della pipa.

Le caratteristiche essenziali di un bocchino sono:

Resistenza e durata unite ad un minimo di elasticità e di gradimento per i denti;

Assoluta neutralità nei confronti del fumo , fondamentale non alterare il sapore del tabacco;

Leggera funzione di raffreddamento sul fumo, per evitare fenomeni eccessivi di condensa;

Forma adatta allo shape della radica e lucentezza possibilmente di lunga durata;

Allineamento geometrico perfetto al cannello, sia esternamente che internamente nella foratura;

Requisito fondamentale: che “stia bene in bocca”, cioè assicuri una buona presa senza affaticare denti e mascelle. Nelle forme basilari delle pipe si possono trovare 2 categorie di bocchino: il Bocchino Conico (Tapered) di una forma conica appunto, detto anche bocchino “pieno” (per distinguerlo dal bocchino a sella che comporta uno “svuotamento” di materiale). il Bocchino a Sella (Saddle) che presenta una sorta di scalino formando un assottigliamento del bocchino.

All’interno di queste due categorie è possibile dar luogo a due distinzioni, Alcuni differenziano il bocchino conico da quello che chiamano “conico moderno” (Modern Tapered) che perfettamente conico non è, ma presenta una leggero restringimento ricurvo e termina con un finale a cilindro, tra il Bocchino a sella e bocchino conico non comportano sostanziali differenze in fumata anche se dato il minor spessore il bocchino a sella permette un raffreddamento più rapido del fumo e una aderenza tra i denti più facile; la scelta quindi tra l’uno o l’altro è puramente soggettiva.

Un caso a parte è dato dal cosiddetto bocchino a “Flock” (Army Mounted) composto da un bocchino con perno conico che si innesta direttamente nella cannello, abitualmente munito di ghiera in metallo pregiato. Un tipico esempio di innesto a flock è fornito dalle Pipe Peterson ove si noterà l’assenza di un perno scalinato rispetto ad un bocchino normale. Nell’universo del fumo da pipa si usa distinguere innesto a flock dal cosiddetto “Spigot” che si caratterizza da un bocchino e un cannello entrambi ricoperti di metallo pregiato nella parte finale, l’ Innesto a flock e spigot presentano un grande vantaggio dato dalla conicità della parte inserita nel cannello: si estraggono sforzando meno, ragion per cui possono essere “svitati” anche durante la fumata e permettere di soffiare fuori dal bocchino l’acquerugiola in eccesso.

La forma del dente: La forma del dente è ulteriore dettaglio da non sottovalutare, la maggior parte delle pipe presentano la forma classica de dente detta “Fish Tail” (coda di pesce). Vi è poi l’amato/odiato Bocchino Palatale che dirige il fumo sul palato anziché sulla lingua.

Va infine menzionato il Bocchino Dentale (Dental Lip), più pronunciato nella parte superiore, che permette alla pipa di essere tenuta in bocca senza dover stringere con troppa forza il bocchino. Materiali del Bocchino : I materiali impiegati per la costruzione dei bocchini sono l’ Ebanite, un composto di gomme naturali vulcanizzate a cui è stato aggiunto dello zolfo per rinforzarlo o di Metacrilato un materiale plastico. Nella terminologia anglosassone si parla di Vulcanite (anche se il termine è improprio giacchè designerebbe in realtà un minerale) o di Hard Rubber (letteralmente “gomma dura”), rispettivamente di Lucite (il marchio di un Metacrilato). Di norma i bocchini vengono prodotti di colore nero, anche se possono essere prodotti in altre colorazioni. Celebre è il bocchino striato “Cumberland” della Dunhill, risultato di una particolare colorazione data a bocchini in Ebanite. Metacrilato e Ebanite non sono distinguibili ad occhio nudo laddove il bocchino sia nuovo. Fra i denti l’Ebanite risulta però più morbida, caratteristica che la rende preferibile agli occhi di molti pipatori. Lo svantaggio è dato dalla sua usura. Con il tempo e con le fumate l’Ebanite tende ad assumere un colore verdognolo/giallognolo che richiede una pulizia particolare per essere riportata all’originale colorazione nera. Un tempo però, soprattutto durante il XIX secolo, quando ancora non si utilizzavano Ebanite e Metacrilato, gli artigiani facevano ricorso a svariati materiali. L’ambra era un materiale correntemente utilizzato per le pipe di pregio come le pipe in Schiuma di mare. L’ambra viene utilizzata ancora oggi, ma si tratta perlopiù di ambra sintetica. L’avorio costituiva anche un valida alternativa di lusso. Per altre pipe, meno prestigiose si poteva ricorrere a semplici bocchini in legno, come ad esempio il ciliegio.

Vi sono poi bocchini in corno di animale (un tempo molto comuni), avorio o anche in radica (a volte la pipa non presenta parti amovibili).

 

 

Anatomia

 

 

 

Accessori

 

Gli Scovolini:

Lo scovolino è l’accessorio più utile per il fumatore di pipa; serve per la gestione dell’umidità che si crea durante la fumata, nonché per la pulizia della pipa stessa; il corretto utilizzo dello scovolino garantisce una fumata di buona qualità e favorisce una corretta manutenzione della pipa. Lo scovolino si presenta nella forma tubolare costituito da un anima metallica o plastica avvolta da fibre di cotone e/o di frammenti di nylon.

Si trovano in commercio tre tipologie di scovolo:

Assorbente : il rivestimento è di solo cotone.

Abrasivo : il rivestimento è di fibre di cotone e di nylon alternati fra di loro.

Misto : meno usato, una metà abrasiva e un’altra assorbente.

Forma dello scovolino:

Regolare (diametro fisso per tutta la lunghezza)

Conica (un’estremità di diametro maggiore rispetto l’altra).

Gli scovolini conici, dovrebbero avere una maggior capacità assorbente, ma non sono da meno quelli regolari.

La lunghezza degli scovolini standard misura circa 15-16 cm, per le churchwarden sono più lunghi di 20 cm. Infine si trovano quelli venduti a metro (non reperibili in Italia).

La qualità dello scovolino non è da sottovalutare , si comprende facilmente quando il buon prodotto si flette ma non si piega (anima in acciaio) e non lascia dei residui di cotone durante il suo passaggio.

L’ uso Durante la fumata ha come funzione principale la gestione del fenomeno che crea dell’umidità fra il foro del fornello (quello della fuoriuscita del fumo) e il cannello, questa dovuto da vari fattori, oltre il fastidioso gorgoglio, altera il sapore del tabacco.

In questo caso si interviene con l’impiego di uno scovolino assorbente (meglio regolare; quelli conici potrebbero avere delle difficoltà di penetrazione dal foro del bocchino). Con pipa montata, si inserisce lo scovolino dal foro del bocchino e si arriva fino al punto di giunzione fra fornello e cannello. Si lascia per qualche secondo e poi si estrae. Da sottolineare che il passaggio dello scovolino non deve essere impedito da nessun tipo di filtro (metallico, di balsa, di schiuma, di carbone); in tale circostanza è impossibile la completa penetrazione.

Per l’uso Dopo la fumata, si lascia sempre raffreddare la pipa e poi la si smonta, si svuota il fornello e si prende uno scovolino abrasivo, piegandolo ad “U” inserendolo poi nel fornello con un movimento rotatorio e lungo l’asse perpendicolare In questo modo si eliminano i residui di cenere e qualche particella di tabacco incombusto attaccato sulle pareti interne del fornello.

Procedendo alla pulizia del cannello possiamo rincorrere all’uso di uno scovolino assorbente (regolare o conico) o di un abrasivo (regolare o conico) o di un misto in base al grado di sporcizia del cannello. Se la pulizia avviene regolarmente, l’impiego di un assorbente è più che sufficiente.

Di seguito si inserisce nel cannello lo scovolino (se conico l’estremità di spessore maggiore dovrà essere orientata verso il fornello) e si avvia un movimento lungo l’asse longitudinale, finché l’umidità residua non viene assorbita e non si libera totalmente il foro localizzato fra fornello e cannello da eventuali particelle di cenere e/o di tabacco.

Per il bocchino usiamo uno di tipo assorbente passando da un estremità all’altra due o tre volte, dopodiché la pipa può essere rimontata e messa a riposo. Alcuni hanno l’abitudine di lasciare uno scovolino inserito durante il riposo della pipa, a scopo di accelerare l’eliminazione d’umidità. Per la Pulizia straordinaria della pipa il problema principale è la condensa e il catrame carbonizzato creata nell’arco del tempo nel cannello, Si prende dunque uno scovolino abrasivo si piega in due in modo che le due estremità ravvicinate vengono inserite nel cannello e si avvia un movimento rotatorio lungo l’asse longitudinale. Se occorre, per pipe troppo sporche o non fumate da tanto tempo, si possono usare anche dei solventi di catrame e di nicotina, bagnando una parte di scovolino.

Il bocchino viene pulito nello stesso modo ma stavolta senza piegare lo scovolino ed usando, preferibilmente, uno di tipo assorbente. Si ritiene necessario sostituire ad ogni pulizia un nuovo scovolino per evitare residui di materiali di scarto e odori di fumata spenta al meno che lo scovolino non sia ancora netto e longilineo.

Il Curapipe:

Il curapipe è uno strumento progettato per aiutare a caricare, fumare, e svuotare una pipa.

Un tipico curapipe aperto. Sono visibili, da sinistra a destra, l’alesatore, l’ago, il pigino. Un tipico curapipe si compone di tre elementi, un pigino, un alesatore e un ago:

L’ago è una sorta di chiodo che serve a sturare il cannello da eventuali detriti o ad aerare il tabacco qualora fosse stato pressato un po’ troppo. Essendo affilato, potrebbe graffiare l’interno del fornello della pipa e non lo si dovrebbe dunque utilizzare per raschiare. L’alesatore è uno strumento che somiglia a un coltellino non affilato o a un cucchiaino leggermente appiattito; è utilizzato per raschiare la cenere o il tabacco incombusto dai lati e dal fondo del fornello. Il pigino è uno strumento arrotondato che ha solitamente la forma di una capocchia di chiodo; è dotato di un’estremità piatta che serve a pressare il tabacco quando si carica la pipa e a comprimere le ceneri per facilitare la riaccensione.

I Filtri

I filtri aiutano a fumare la pipa in modo più asciutto assorbendo la condensa, abbassare la temperatura di fumata rinfrescando il fumo, mantenere la pipa più pulita e a migliorarne in generale il sapore soprattutto se non si effettua regolarmente la pulizia trattenendo le impurità della fumata quale catrame e nicotina. Generalmente chi fuma miscele dolci o aromatiche predilige i filtri a carbone attivo, che permettono di mantenere più asciutta e fresca la fumata, lascia al palato infatti un retrogusto meno caramelloso ed i tabacchi cosiddetti dolci permettono di trovare complicità anche tra i vicini che non fumano e che odorano essenze molto piacevoli. La maggior parte dei fumatori veterani non gradisce l’uso del filtro motivo per quale non fanno consumo di tabacchi dolci e aromatizzati; convinti del fatto che il filtro altera il sapore e l’aroma della fumata; a differenza dei pipatori del sud l’uso del filtro ha largo uso nei paesi dell’europa del nord dove i climi più umidi e i tabacchi dolci creano molta più condensa tale da obbligarne l’impiego.

Si trovano in commercio filtri di varie dimensioni , diametri e materiali:

Filtri ai carboni attivi o schiuma di mare

Filtri in balsa

Filtri in cellulosa

Filtri in metallo

Dimensioni:

Filtri da 3 mm

Filtri da 6 mm

Filtri da 9 mm

In conclusione si può dire che la scelta per l’ impiego del filtro è personale e soggettiva si valuta quindi in base alle esigenze del cliente prima e dopo l’acquisto della pipa.

 

Tabacchi

 

LE MISCELE:

parlando di tabacco, e dì conseguenza di miscele dello stesso, si è adottata, in genere, la suddivisione dei tabacchi in tabacchi di base ed additivi: questi ultimi, oltre che conferire sapore, forza ed aroma, permetteranno inoltre di attribuire un nome alle miscele. A questa suddivisione, giusta in fondo nella sostanza, può, come ogni regola, farsi eccezione: infatti, un tabacco molto comune e conosciuto come il Cavendish può benissimo essere usato sia come base che come additivo, e così dicasi del Burley. Altra forma adottata, meno comune ma non per questo meno importante, è la suddivisione dei tabacchi in ragione della loro combustibilità. Comunque, non volendo perdere di vista la premessa, che limita semplicemente a qualche ragguaglio la complessa materia, torniamo all’ argomento vero e proprio: le miscele.

Caratteristica delle miscele:

a) Omageneità : nel mescolare i vari tabacchi non si deve possibilmente scordare l’impiego di tabacchi dello stesso taglio.

b) Aroma : è la caratteristica di molte miscele ed è dovuto ad uno o più tabacchi additivi aromatici che vengono mescolati al tabacco di base.

c) Sapore : è caratterizzato dall’impiego di particolari tabacchi che danno un po’ il nome alla miscela : ad esempio, miscele di gusto Inglese, Danese, Olandese, ecc.

d) Combustibilità : è una qualità assolutamente necessaria alle miscele per poter essere fuma te: devono quindi garantire un andamento regolare alle fumate bruciando né troppo lentamente né troppo rapidamente.

e) Grado di umidità : non deve essere eccessivo per non compromettere la combustione e quindi la fumata: infatti, un’umidità eccessiva obbliga a frequenti ed intense boccate che portano la pipa a surriscaldarsi, e determina inoltre un fumo caldo ed irritante. Non deve, per contro, essere assente, per non dar luogo ad una miscela secca e polverosa che, oltre a dare un fumo caldo ed irritante, brucerebbe troppo in fretta.

f) Taglio: è l’aspetto fisico della miscela, attraverso il quale si presentano le varie qualità dei tabacchi componenti ; le più comuni qualità di taglio sono:

Shag (Trinciato): aspetto filamentoso del tabacco tagliato a strisce più o meno sottili.

Fluke (Pressato): sono strati di foglie di tabacco pressati e tagliati in fogli sottili: presenta la caratteristica di avere una forte umidità, grazie anche agli additivi e al trattamento di concia.

Roll Cut (Dischi compatti): tabacco a treccia pressato e tagliato a dischi sottili: anch’esso, come il flake, presenta una certa coesione, dovuta agli additivi ed alla concia.

Spun Cut (Dischi): stesse caratteristiche del roll cut, ma i tabacchi componenti sono dj qualità migliore.

Plug Sliced (Pressato): analogo al flake, ma con tabacchi di qualità più fine.

Twist (Dischi Compatti): analogo al roll cut. Granulated (pezzetti minuti): tabacco pressato e tagliato a pezzetti minuti che conservano la coesione grazie alla concia.

Ready Rubbed (Sbriciolato): analogo al precedente.

Wild Cut (Trinciato): i tabacchi che compongono la miscela presentano taglio dissimile ed irregolare.

Carley Cut (Trinciato): i filamenti del tabacco si presentano sotto forma arricciata a spirale.

Medium Cut (Trinciato): analogo allo shag, ma tagliato a strisce di media larghezza.

Principali tabacchi per miscele:

Virginia : tabacco base per miscele per eccellenza, anche se può essere fumato & solo per il suo profumo delicato (in questo caso, però, meglio il Cavendish). Non si deve eccedere nel suo impiego nelle miscele perché, se in eccesso, dà, nella fumata, il risultato di pizzicare la lingua.

Cavendish : non è un tabacco vero e proprio ma, in realtà, è Virginia trattato con miele od altri additivi come rum o liquirizia, o addirittura tostato; pertanto può benissimo venire fumato da solo. Per miscelarlo tenere presente gli additivi che lo caratterizzano.

Barley : come già visto per il Virginia, può essere anch’esso usato come base per le miscele, ma come il Cavendish lo si può fumare puro. È molto dolce e di sapore neutro, serve a smorzare la forza eccessiva di tabacchi a forte profumo. Al contrario del Virginia, anche se usato nelle miscele in forte percentuale, non pizzica la lingua.

Kentucky : è un Burley, ma di colore giallo om; è più forte di un Burley normale ; gli si possono assommare pizzichi di tabacchi aromatizzanti ; può essere considerato come tabacco base, ma ha maggior robustezza del Virginia.

Maryland : è un tabacco che ha la caratteristica dx attenuate il forte sapore di altri tabacchi, mm undo anche il grado di combustibilità.

Lab: 0: mentre dei tabacchi sinora elencati si apprezza maggiormente la pagina fogliare, di questo nl contrario, viene maggiormente apprezzata la nervatura. Questo tabacco è sottoposto ad un forte processo di affumicatura che gh conferisce un aroma dolce e grasso. Per tale caratteristica viene impiegato nelle miscele come ammatizzante, facendone un uso parsimoniosa: caratterizza le miscele inglesi.

Pm’que: analogamente al Latakia, questo tabacco ha subito un particolare processo (in questo caso di fermentazione) che gli conferisce aroma intensissimo e dolcezza particolare. Per tali sue caratteristiche dà alle miscele, se addizionato in piccole dosi, profumo ed aroma particolari e ne rallenta la combustione.

Caratteristiche dei principali tipi di miscele

Tabacchi inglesi: in gran parte sono composti da Vuginia al quale si aggiungono, per anicchirne il gusto, il Perique o il Latakia;